Emilia Liliana Brivio
(1920-2003)
Emilia Liliana Brivio nacque a Ivrea l’11 marzo del 1920. Nel 1932 si trasferì con la famiglia ad Aosta. Nel dicembre 1943 si laureò in Lingue a Firenze.
Dopo l’8 settembre 1943, Emilia Liliana, già all’epoca politicamente matura, collaborò subito con la Resistenza.
Nell’estate 1944, l’Ufficio politico investigativo fascista venne a conoscenza della sua attività contro il regime, cosa che la costrinse a fuggire a Cogne. Il 10 agosto, insieme al fratello Ugo, era già nella banda Arturo Verraz con il compito di staffetta.
A seguito del rastrellamento nazifascista di Cogne del 2 novembre 1944, fuggì in Francia, insieme ad altri partigiani e ad una parte della popolazione. Nel corso dell’attraversamento del Col della Galisia, le si congelò un piede e, una volta giunta a Val d’Isère, non poté proseguire con i partigiani, con i quali aveva sperato di continuare a militare.
Qualcuno la denunciò come spia al Deuxième Bureau, a causa di alcune dichiarazioni antiannessioniste che avrebbe pronunciato alcuni mesi prima a Cogne. Fu portata in rue Condorcet, a Grenoble, e lì fu segregata per 45 giorni.
Riuscì a fuggire, con l’intenzione di dirigersi verso la frontiera italiana, ma fu catturata e trattenuta a Grenoble. Liberata il 17 agosto 1945, rientrò in Valle d’Aosta e iniziò la sua carriera d’insegnante di francese nelle scuole di Avviamento professionale, attività che proseguì fino al pensionamento, nella Scuola Secondaria di I e di II grado.
Per la sua vicenda partigiana fu decorata con la Croce di guerra.
Nel 1948 fu membro fondatore della sezione aostana dell’Alliance française.
Fu iscritta al Partito comunista. Partecipò attivamente alla vita politica e culturale valdostana,
dando anche il suo prezioso apporto all’Istituto storico della Resistenza in Valle d’Aosta, di cui nel 1978 fu eletta membro del Consiglio direttivo e di cui fu presidente dal 22 aprile 1993 al 20 maggio 1994. Liliana morì a Saint-Christophe, il 26 luglio 2003.
Liliana Brivio ha lottato contro le disuguaglianze soprattutto nell’ambito scolastico e ha donato gran parte del suo patrimonio allo Stato per il miglioramento delle istituzioni al fine di garantire l’inclusione scolastica per tutti i bambini e ragazzi.